“Paradiso”, nome di Maria, fonte quadripartita di compassione

Un gran numero di NOMI DI MARIA sono elencati in ordine alfabetico nel libro del devoto padre Ippolito Marracci dei Chierici Regolari della Madre di Dio edito postumo nel 1683 e 1694.
In particolare il termine PARADISUS (Paradiso) annovera quasi 110 voci e quattro pagine dedicate.
Non si riportano tutti. Va premesso anche che, negli esempi citatai, la parola non si riferisce al luogo oltre la morte, nel quale i giusti riceveranno il premio di una beatitudine perfetta e eterna, ma alla ‘teologia’ di Maria, alla sua opera sulla terra e ai Vangeli. Questi sono simili a quattro fonti o a un fiume spirituale, il Dioryx citato nell’Ecclesiastico-Siracide, sgorgati dall’Eden, metafore di Cristo e della grazia della misericordia che da Lei scorre fluente.

[Maria è] Il rigogliosissimo paradiso della verginità, nel quale il piantato albero della vita produsse frutti salutari per tutti, dal quale la fonte dei Vangeli divisa in quattro bocche fece scendere torrenti di compassione per i credenti o, come altri traducono, [è] il paradiso di castità perpetuamente verdeggiante, in cui l’albero della vita piantato dona a tutti il frutto della salvezza, dalla quale la quadripartita fonte dei Vangeli, scaturendo ai mortali rivestiti di fede, emette abbondanti fiumi di misericordia.
Basilio di Seleucia (Turchia), V secolo, autore di 39 sermoni), Orazione nell’Annunciazione della Vergine Madre di Dio.

[Maria è] Il paradiso spirituale dell’albero vivo della salvezza, la quale ha in sé piantato Cristo, per così dire, figurato e espresso, Cristo, dico, il quale, con potenza ineffabile, come un fiume, venuto fuori dal grembo fecondo di Lei, agli inizi del mondo irrigò la faccia della terra con lo scorrere dei quattro Vangeli.
Andrea di Creta, vescovo († 740), Orazione I nell’Annunciazione della Beata Maria Vergine.

[Maria è] Un paradiso terrestre, creato da Dio, dal quale Dio comandò ai cherubini di coltivare per la santità e per la spada (o il combattimento) quelle leggi che aveva ricevuto dalla natura, di far girare il fuoco nel mondo intorno a Lei e di proteggerla da tutte le insidie del serpente ingannatore.
San Germano di Costantinopoli, † 733, Orazione I nella Presentazione della Beata Vergine.

[Maria è] Il Paradiso, il bene per Lei più felice, dove germogliò la pianta della virtù con tutto il suo verdeggiare, e in cui crebbe l’albero della vita, mediante il cui commercio (o relazione) torniamo alla nostra vita precedente, ritirandoci e cedendo alla spada fiammeggiante, come è scritto.
San Giovanni Damasceno, († 749, dottore della Chiesa), Orazione IV nella natività della Beata Vergine Maria.

[Maria è] Il Paradiso da cui uscì il fiume Dioryx, cioè il Figlio di Dio, che si paragona al fiume dicendo: ‘Io sono come il fiume Dioryx’, perché se Dioryx si interpreta come la medicina della generazione, la nascita verginale era la medicina della generazione umana ferita mortalmente nel peccato del primo uomo.
Riccardo di San Lorenzo, † ca 1260, De laudibus Virginis libro 12.

[Maria è] Il Paradiso terrestre, perché se dal paradiso terrestre esce un fiume, con quattro fiumi irriga tutta la terra; Cristo, la sapienza di Dio, che si paragona all’acqua salvifica della sapienza‚ Eccl. 15 e dice Eccl. 24. ‘Io, come il fiume Dioryx’, scaturito dala nascita carnale della Beata Vergine, annaffiò e fecondò abbondantemente tutta la terra della Chiesa con i quattro fiumi dei Vangeli.
Lo stesso.

[Maria è] Il Paradiso che ha la melograna (“mala punica”) nella varietà delle virtù, il frutto degli alberi da frutto nella perfezione delle opere, il cipresso con il nardo, il fertile grappolo di fiori, l’erba aromatica di meraviglioso odore a causa della sobria ebbrezza dei sensi e la soave fragrante opinione delle virtù, a cui si aggiungono lo zafferano della letizia, la cassia (o il canale) della spoliazione della carne, la cannella della dolcezza, insieme a tutti quanti gli alberi libanesi (o all’incenso) con cui sono rappresentate le universalità delle virtù, la mirra anche di mortificazione, e l’aloe dell’incorruzione, con tutti i primi unguenti liberati con la preghiera da quell’unguento, quando fu depositato sul capo e scese sulla barba, la barba di Aronne [salmo 133], non di quello vecchio e significante, ma di quello nuovo e sigillato.
Sant’Amedeo di Losanna, cistercense, vescovo, † 1159, Omelia 7, De laudibus Virginis.

Tradotto da Paola Ircani Menichini, 22 marzo 2024.Tutti i diritti riservati.


(Ci si scusi se la traduzione letterale del latino risulta poco scorrevole per il gusto di oggi, ma è quella che risulta più aderente e rispettosa del significato del nome).




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